Nuova Riveduta:

Ebrei 6:2

della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno.

C.E.I.:

Ebrei 6:2

della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno.

Nuova Diodati:

Ebrei 6:2

della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno;

Riveduta 2020:

Ebrei 6:2

della dottrina dei battesimi e dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno.

La Parola è Vita:

Ebrei 6:2

Non avete neppure bisogno che vi parli ancora del battesimo, dell'imposizione delle mani, della resurrezione dalla morte o del giudizio eterno.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Ebrei 6:2

della dottrina dei battesimi e della imposizione delle mani, della risurrezione de' morti e del giudizio eterno.

Ricciotti:

Ebrei 6:2

della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti, e del giudizio eterno.

Tintori:

Ebrei 6:2

della dottrina dei battesimi e anche dell'imposizione delle mani e della risurrezione dei morti e del giudizio eterno.

Martini:

Ebrei 6:2

Della dottrina de' battesimi, della imposizione ancor delle mani, e della risurrezione de' morti, e dell'eterno giudizio.

Diodati:

Ebrei 6:2

e della dottrina de' battesimi, e dell'imposizione delle mani, e della risurrezion de' morti, e del giudicio eterno.

Commentario abbreviato:

Ebrei 6:2

Capitolo 6

Gli Ebrei vengono esortati ad andare avanti nella dottrina di Cristo e vengono descritte le conseguenze dell'apostasia o del ritorno indietro Ebr 6:1-8

L'apostolo esprime soddisfazione, per quanto riguarda la maggior parte di loro Ebr 6:9-10

E li incoraggia a perseverare nella fede e nella santità Ebr 6:11-20

Versetti 1-8

Ogni parte della verità e della volontà di Dio dovrebbe essere posta davanti a tutti coloro che professano il Vangelo ed essere sollecitata nei loro cuori e nelle loro coscienze. Non dovremmo parlare sempre di cose esteriori; queste hanno il loro posto e la loro utilità, ma spesso occupano troppa attenzione e tempo, che potrebbero essere impiegati meglio. Il peccatore umiliato che si dichiara colpevole e invoca misericordia non ha motivo di scoraggiarsi in questo passo, qualunque sia l'accusa della sua coscienza. Né dimostra che chi è diventato una nuova creatura in Cristo, diventa mai un apostata definitivo da Lui. L'apostolo non sta parlando della caduta di semplici professori, mai convinti o influenzati dal Vangelo. Costoro non hanno nulla da cui allontanarsi, se non un nome vuoto o una professione ipocrita. Né sta parlando di declini o ritorni parziali. Non si tratta neppure dei peccati in cui i cristiani cadono per la forza delle tentazioni o per il potere di qualche desiderio mondano o carnale. Ma l'allontanamento di cui si parla è un'aperta e dichiarata rinuncia a Cristo, un'inimicizia di cuore contro di lui, la sua causa e il suo popolo, da parte di uomini che approvano nella loro mente le azioni dei suoi assassini, e tutto questo dopo aver ricevuto la conoscenza della verità e averne assaporato alcuni dei comfort. Di questi si dice che è impossibile rinnovarli di nuovo al pentimento. Non perché il sangue di Cristo non sia sufficiente per ottenere il perdono di questo peccato; ma questo peccato, nella sua stessa natura, è contrario al pentimento e a tutto ciò che vi conduce. Se coloro che, a causa di una visione errata di questo passo e del proprio caso, temono che non ci sia misericordia per loro, prestassero attenzione al resoconto della natura di questo peccato, che è una rinuncia totale e volontaria a Cristo e alla sua causa e si unisce ai suoi nemici, li solleverebbe da timori sbagliati. Noi stessi dovremmo guardarci, e mettere in guardia gli altri, da ogni avvicinamento a un abisso così terribile come l'apostasia; tuttavia, nel farlo, dovremmo attenerci alla Parola di Dio, e fare attenzione a non ferire e terrorizzare i deboli, o scoraggiare i caduti e i penitenti. I credenti non solo gustano la Parola di Dio, ma la bevono. E questo campo o giardino fecondo riceve la benedizione. Ma il cristiano puramente nominale, che continua a non fruttare sotto i mezzi della grazia, o che non produce altro che inganno ed egoismo, è vicino alla terribile condizione sopra descritta; e la fine eterna della miseria è riservata a lui. Guardiamo con umile cautela e preghiera a noi stessi.

Riferimenti incrociati:

Ebrei 6:2

Eb 9:10; Mar 7:4,8; Lu 11:38; Mat 3:14; 20:22,23; 28:19; Mar 16:16; Lu 3:16; 12:50; Giov 1:33; 3:25,26; 4:1,2; At 2:38,41; 8:12,13,16,36-38; 10:47; 16:15,33; 19:2-5; Rom 6:3,4; 1Co 1:12-17; 10:2; 12:13; Col 2:12; 1P 3:20,21
At 6:6; 8:14-18; 13:3; 19:6
Eb 11:35; Is 26:19; Ez 37:1-14; Dan 12:2; Mat 22:23-32; Lu 14:14; Giov 5:29; 11:24,25; At 4:2; 17:18,31,32; 23:6; 24:15,21; 26:8; Rom 6:5; 1Co 15:13-57; Fili 3:21; 1Te 4:14-18; 2Ti 2:18
Ec 12:14; Mat 25:31-46; At 17:31; 24:25; Rom 2:5-10,16; 2Co 5:10; 2P 3:7; Giuda 1:14,15; Ap 20:10-15

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